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Lunedì, 21 Aprile 2014 15:19

Mister Piacentino vince e riporta lo Scorzè Peseggia in seconda categoria

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Ci eravamo lasciati a settembre con una prima intervista col mister Matteo Piacentino

a commentare la nascita di questa nuova squadra lo SportingScorzèPeseggia sulle ceneri della precedente gestione. Squadra nata senza grosse ambizioni , una rosa di giovani del paese e limitrofi , da far crescere per gli anni successivi e invece ci troviamo a commentare un inaspettato salto di categoria. La formazione veneziana infatti ha vinto il campionato di terza categoria con un rullino di marcia entusiasmante, abbiamo incontrato il mister, con il quale abbiamo parlato piacevolmente di calcio.

D. - Allora Mister come è accaduto questo miracolo ?

R. - E direi proprio si, miracolo è la parola giusta. Non si puo' dire che questo sia un risultato dovuto a programmazione. Come detto a settembre la rosa è stata costruita con tutti giovani del 93 ,con 2 giocatori di esperienza del paese, i fratelli Favaro, che tornavano a giocare dopo esperienze con amatori ed altri 2 86 con un po' di esperienza in 1 squadra. L'intento era di far crescere i giovani ma con l'andare dei risultati positivi la squadra è cresciuta ed ha capito che poteva recitare un ruolo da protagonista. I risultati hanno poi fatto da collante e contribuito ad una presenza costante e numerosa agli allenamenti cosa che ritengo sia stata determinante ai fini del risultato finale

D. - Questo un risultato che fa rinascere il calcio a Scorzè, cosa ne pensi?

R. - Direi che il calcio è rinato l'anno prima col settore giovanile, spero che questa vittoria contribuisca a riportare a Scorzè giovani che negli anni precedenti se ne sono andati in maniera da ricostruire un buon settore giovanile. Una cosa da sottolineare è che quest'anno a vedere la partita della prima squadra c'erano molti ragazzini delle giovanili , dai pulcini alla Juniores , cosa che non ho visto negli altri campi. Questo vuol dire che la società sta ottenendo quello che voleva e cioè coinvolgere il paese

D. – L’ entusiasmo a Scorzè è alle stelle, ma adesso si tratta di programmare il futuro, vi state già muovendo per il prossimo anno ?

R. - In realtà ci stiamo godendo ancora questa vittoria , è ancora presto le altre categorie stanno ancora giocando; il primo passo sarà riuscire a confermare i ragazzi di quest'anno che hanno dimostrato di valere più di una terza categoria. Poi cercheremo di fare degli innesti , possibilmente giocatori del nostro paese o limitrofi come quest'anno; giovani che abbian voglia di giocare e rilanciarsi e qualcuno di esperto che senta il senso di appartenenza che raccolga la sfida di far qualcosa per il calcio a Scorzè. Non cambierà comunque la politica della società che è quella di zero rimborsi spese.

D. – Detto questo, vogliamo conoscerti meglio, hai un mister a cui ti ispiri ?

R. - A me piacciono molto Prandelli che considero un mago a livello tattico, e Ventura , le cui squadre giocano decisamente un bel calcio ; però se dovessi paragonarmi, fatte le dovute proporzioni, a un allenatore come mentalità , come filosofia come carisma , dico , anche se qualcuno potrà sorridere, Trapattoni.

D. – Cosa pensi del calcio giovanile locale ?

R. - Essendo partito dal calcio giovanile e dedicandoci molta attenzione credo di conoscerlo bene. Molto è cambiato da quando ho cominciato io a giocare ad ora, dagli allenamenti in cui si è molto migliorati alle norme sui tesseramenti dove i cambiamenti non hanno portato a mio modo di vedere benefici , anzi.. Io abolirei i giovanissimi e allievi regionali , terrei solo 2 gironi di elite . Questo limiterebbe il continuo cambiar squadra dei ragazzini , gli assurdi esoneri di allenatori delle giovanili e forse anche qualche atteggiamento di genitori-tifosi che sta ledendo l'immagine del calcio.

D. – Segui anche il calcio femminile, pensi di poter ricavarne indicazioni utili ?

R. - In realtà è una passione che è nata da poco seguendo la nazionale maggiore e recentemente il mondiale u17. Da come la vedo io una ragazza che gioca a calcio ha molta più passione di molti ragazzini che giocano solo perchè ci sono gli amici che lo fanno. Molti giudicano di basso livello il calcio femminile senza aver visto nemmeno una partita, Se vedete giocare la Gabbiadini oppure la u17 Manuela Giugliano vedrete 2 grandissime giocatrici di talento in grado di entusiasmare con le loro giocate. Forse nei portieri si è ancora molto indietro.

D. – Quanto importante è per te l’ allenamento delle palle inattive ?

R. - Purtroppo in terza categoria facendo 2 allenamenti alla settimana non ci abbiamo dedicato tantissimo tempo. Sicuramente sono una risorsa che può dare più punti a fine anno e specie nella nostra zona seguendo l'esempio di Gianno Vio si vedono molte squadre che dimostrano di lavorarci parecchio. Non si tratta solo di calcio d'angoli e punizioni dal limite ,ma anche rimesse laterali , punizioni da centrocampo , qualcosa abbiamo fatto ma è stato più determinante a livello di sviluppo del gioco che non in termini di realizzazioni.

D. – Come curi l’ aspetto psicologico dei tuoi ragazzi ?

R. - Questo è forse il lavoro più difficile. Sicuramente mi ha aiutato molto aver giocato fino a 40 anni, l'esperienza è molto importante per entrare in empatia con i giocatori. A volte succede che una parola giusta detta nel momento giusto fa cambiare la stagione ad un giocatore; Più alleno e più mi rendo conto che il dialogo a livello singolo sia più importante del tempo che molti allenatori passano a lunghe esposizioni alla squadra nel primo allenamento post-partita.

D. – Solitamente dai spiegazioni ai giocatori che lasci in panchina ?

R. - Non ho una risposta certa a questa domanda. Spesso come proposito di inizio anno dico che non spiegherò a chi lascio in panchina il motivo Questo perchè comunque la scelta viene fatta sempre con delle motivazioni precise che si basano soprattutto su quanto visto in settimana e che spesso il giocatore non riesce a capire perchè tende a vedere solo il rapporto allenatore – giocatore e non l'ampio spettro di cose che un mister valuta per decidere chi mandare in campo. Poi pero' sono uno che si affeziona ali ragazzi e siccome avendo fatto anche parecchia panchina negli ultimi anni che ho giocato so cosa vuol dire star fuori , finisce che do' le spiegazioni anche se questo poi comporta spesso problemi successivi

Ringraziamo Matteo a cui estendiamo i complimenti a tutto lo staff, facendogli un grosso in bocca al lupo.

ILPIPPOCALCIO – Dal nostro inviato
Letto 1585 volte Ultima modifica il Martedì, 22 Aprile 2014 12:23
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